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Attualità giovedì 13 aprile 2017 ore 11:00

Bollette pazze, Aeci Aulla contro Gaia

La situazione delle fatture di Gaia, come spiega il presidente dell'associazione dei consumatori dottor Luigi Filippi, è ormai paradossale



AULLA — All'interno delle bollette, infatti, potrete trovare numerose voci e, ognuna, riporta una certa spesa ma, a conti fatti, il costo del consumo dell'acqua è bassissimo.

Per fare un esempio, c'è chi ha avuto un consumo certificato di 0,86 centesimi di euro, per poi trovarsi un totale da pagare di 54 euro; oppure, un consumo di 7 euro di acqua per un totale di 94 euro.

Altri episodi continuano a dar vita a battaglie portate avanti da Aeci come, oltre alle bollette sopracitate, i costi di allacciamento per una famiglia monoreddito che ad Aulla ha visto presentarsi una fattura di ben 14 mila euro. 

O ancora, Gaia ha staccato un contatore di proprietà dell'utente in quanto derivante da una precedente gestione, attuando così un abuso di potere senza nessun preavviso. 

A Lido di Camaiore, invece, ha staccato il contatore ad un esercizio commerciale impedendogli di fatto l’attività, mentre a una persona separata di Massa senza reddito chiede euro 400 per l’attivazione del contatore.

"Questi - ha commentato Filippi - sono solamente alcuni degli esempi di una gestione assolutamente privatistica voluta dal sistema politico a tutti i livelli territoriali che non ha tenuto conto di un plebiscito nazionale di 26 milioni di cittadini che si espressero nel 2011 a favore dell’acqua pubblica.
Gaia spa nell’esercizio del 2015 ha ottenuto 3 milioni e 200 mila euro di utili ma a dimostrazione che non è un ente pubblico ha dovuto versare all’Erario due milioni e 300 mila euro di Irpeg in qualità di società per azioni i cui soci sono tutti i Comuni dell’area di competenza."

"A Massa - prosegue - c’è il problema dell’amianto in gran parte delle tubazioni, in Alta Versilia l’acqua è torbida con presenza di forte percentuale di tallio e in Lunigiana non esiste nessun tipo di manutenzione. Aeci Aulla tramite Aeci Toscana ha convocato una riunione presso il Consiglio regionale della Toscana intorno alla metà di maggio chiedendo a Gaia di rispondere alle istanze che presenteremo."

Filippi non esclude sin da ora l’ipotesi di ricorrere alla Procura della Repubblica di Massa .

"Napoli - conclude - viene gestita in forma pubblica e ha meno dipendenti di Gaia pur avendo 200 mila abitanti in più rispetto al suo bacino di utenza. Ritengo responsabile di tutto ciò il sistema partitico che ha di fatto posto sotto sequestro un bene pubblico e vitale per fare profitti."


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