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Incontro con Lorenzetti, "Costa va delocalizzata"

Il presidente della Provincia ha incontrato la popolazione di Albiano per affrontare con loro il problema Costa e far visita all'area interessata

Gianni Lorenzetti

Ieri pomeriggio la sala della Croce Rossa del paese era gremita di albianesi pronti a ricevere Gianni Lorenzetti, neo presidente della Provincia di Massa Carrara che si è dovuto scontrare sin da subito con il problema connesso alla ditta di smaltimento rifiuti Costa Mauro e i cittadini della frazione che da anni combattono per far sì che l'impresa lavori in regola.

"Dopo l'ultimo incendio - ha spiegato Lorenzetti - Costa ha richiesto di tornare a lavorare, così l'ingegnere della Provincia Stefano Michela ha preso in mano tutte le carte e ha rilevato l'assenza dell'agibilità, autorizzazione che abbiamo chiesto al Comune di Aulla in quanto ne è il responsabile."

Per quanto riguarda, invece, l'acquedotto di Albiano e Caprigliola: "Non è chiaro come sono gestiti gli scarichi della ditta nel fiume, a 70 metri dai pozzi di mungitura dell'acqua, e non abbiamo le competenze per verificarlo. Per questo motivo abbiamo coinvolto Gaia e l'Autorità Idrica Toscana affinché possano dare delle risposte concrete. E' nei doveri di Costa garantire acqua e aria pulita."

"Se Costa avrà la documentazione in regola, - conclude il presidente della Provincia - allora potrà tornare a lavorare. Attualmente, però, non può farlo. Inoltre, il problema vero è che una ditta di questo tipo non può stare in un centro abitato. La migliore soluzione è la delocalizzazione e a breve cercherò di indire un tavolo con il commissario di Aulla per capire se c'è la possibilità per spostarla altrove dove possa lavorare, autorizzazioni a posto, garantendo un servizio vhr non sia nocivo per la collettività."

Lorenzetti ha fatto visita all'esterno della ditta Costa Mauro, ai pozzi di mungitura e agli scarichi dove finirebbero le acque bianche provenienti dai piazzali dell'impresa all'interno dei quali vengono puliti i camion trasportanti rifiuti.

Per ora si resta in attesa dell'evoluzione dell'iter segnalato dal presidente e dall'ingegnere Michela, anche se le analisi dell'acqua dei pozzi effettuate da Gaia dicono che i metalli pesanti sono sì presenti ma in maniera limitata. Però gli esami risalgono al 25 gennaio 2017 quando la ditta era già chiusa.