Cultura

La fede nella Prima Guerra Mondiale

Un nuovo incontro presso il Museo Archivio della Memoria per sabato alle ore 16,15 fa proseguire il progetto culturale dell'amministrazione

Quanto è importante la fede nei momenti di difficoltà e quanto lo è stata durante le Grandi Guerre? E qual è stato il ruolo della fede nelle persone, nelle loro azioni, nell'andamento della storia?

Lo spiegheranno sabato pomeriggio la professoressa Rina Gambini storica e presidente del circolo culturale "Il Porticciolo" di La Spezia e l'archivista e bibliotecaria del Comune di Bagnone Monica Armanetti.

La prima guerra mondiale ha avuto tanti risvolti, tanti “volti” umani, cioè quelliche vanno al di là delle tattiche, delle strategie, delle azioni diplomatiche. Tra questi c’è l’aspetto legato alla fede, assai diffusa a livello popolare ma osteggiata a livello organizzativo fino al momento in cui ci si rese conto del suo grande potere consolatorio e pacificatore.

La vita al fronte costringeva gli uomini a convivere continuamente con la
presenza della morte. Andare all’assalto era un ordine temuto e irto di pericoli
angoscianti; in qualsiasi momento del giorno e della notte, all'improvviso, un
proiettile o una scheggia di granata avrebbero potuto togliere la vita, ferire
gravemente e arrecare dolore. 

Appariva quindi quasi naturale, in mezzo a questa situazione irreale, la presenza consolatrice della religione, vissuta come fede o talvolta semplicemente come superstizione.

L'incontro verterà sulla situazione dei rapporti tra lo Stato laico e la Chiesa, la situazione sociale degli inizi del Novecento, per arrivare alla presenza nell’esercito dei Cappellani militari e ai mezzi usati per esercitare influenza sulle truppe. Ma lo sguardo sarà sempre rivolto ai combattenti, uomini sottoposti alle più grandi pene e sofferenze del corpo e dell’anima.