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Gli agriturismi si reinventano con lo smart working

In Lunigiana le prime esperienze di adattamento alla pandemia per recuperare il le perdite. Le stime di Coldiretti: 1 su 5 ha già avviato percorso

Lavorare da remoto sì ma nella natura. Secondo una stima di Coldiretti Massa Carrara un agriturismo su cinque si sta riorganizzando per proporre in modo strutturale la possibilità di lavorare in “smart working” ed aggirare così gli effetti a medio lungo termine della pandemia. C’è chi però è già partito tracciando un nuovo percorso per il settore. C’è chi si sta organizzando e chi ci sta pensando. 

“Gli agriturismi registrano perdite record del 90%. – analizza Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara - Il settore è in grande difficoltà ma non per questo si è arreso o sta aspettando inerme di tornare alla normalità. C’è chi, in questa incertezza mondiale, ha provato ad intercettare nuovi bisogni per trasformarli in opportunità orientandosi nell’ospitalità dei lavoratori da remoto. La pandemia ci ha costretto a reinventarci. Credo che il lavoro da remoto in agriturismo abbia le potenzialità per essere una nuova forma di turismo. Non solo quindi legato a questo periodo ”. La Ferrari è titolare di un agriturismo a Pontremoli: “sto adeguando la mia struttura – confessa – anche per questa nuova attività. Ci credo”.

Ad aprire la strada in Toscana è stato l’agriturismo “Montagna Verdenel Comune di Licciana Nardi. E’ la prima struttura a proporre il natural smartworking. Il piccolo borgo ai piedi dell’Appennino con i suoi castagneti e la sua vita all’aria aperta è diventato un ufficio diffuso.