Attualità

Covid, conto amaro per gli agriturismi

Un buco di 200 milioni per gli agriturismi toscani tra lo stop della zona rossa e il crollo del turismo. A Massa Carrara 110 strutture chiuse

In Toscana sono 4.500 gli agriturismi dislocati un po' in tutta la regione con Siena in testa con 1150 aziende, aziende che dal marzo ad oggi hanno perso 200 milioni di fatturato.

E in provincia di Massa Carrara insieme a ristoranti, pizzerie e bar sono chiusi anche 110 agriturismi che effettuano attività di ristorazione con una perdita di fatturato mensile di centinaia di migliaia di euro ed un drammatico effetto a valanga sull’intera filiera per il mancato acquisto di alimenti e vino. 

E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Massa Carrara, in occasione dell’entrata in vigore dell’Ordinanza del Ministero della Salute che ha inserito la Toscana in zona rossa, classificata come regione ad alto rischio. Due agriturismi su tre nella provincia di Massa Carrara si trovano in Lunigiana. La stagione degli agriturismi che da soli in tempo no-Covid (nel 2019) sono riusciti a capitalizzare 30 mila presenze è stata disastrosa con poco più di 23 mila presenze, il – 18,4% tra italiani e stranieri.

“Per la gran parte degli agriturismi, che si trovano lontano dai centri urbani, la pausa pranzo – precisa Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara Ferrari – non è sufficiente per garantire la copertura dei costi e quindi si preferisce chiudere.Seper i ristoratori o bar è più facile attrezzarsi per il domicilio o l’asporto, per gli agriturismi è molto più complicato”.

“Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico e iniezioni di liquidità lungo tutta la filiera – conclude la Ferrari - e interventi a fondo perduto per salvare gli agriturismi, un esempio straordinario del turismo rurale ed enogastronomico”.