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Piante officinali spontanee, Toscana terra di mille specie

Ecco il primo elenco ufficiale per tutelarle, sono risorse importanti per l'ambito economico erboristico floristico. Quali sono le più diffuse

Gentiana Lutea

Approvato il primo elenco delle piante officinali spontanee presenti in regione Toscana. Redatto di concerto con la direzione Ambiente della Regione Toscana, e con il supporto dei dipartimenti competenti delle Università di Firenze, Pisa e Siena, l’elenco sarà oggetto di successivi aggiornamenti.

Fanno parte di tale elenco circa mille specie di piante, prevalentemente appartenenti alla famiglia delle Composite come per esempio il genere achillea, il tarassaco, il cardo, la calendula, la camomilla, seguita dalle famiglie delle Leguminose come l’astragalo, la galega e le Graminacee come la gramigna.

Per alcune piante dell’elenco, per una corretta gestione della flora presente sul territorio regionale, sono date anche indicazioni riguardo a limitazioni o esclusioni alla raccolta.

“E’ un settore, quello delle piante officinali, che ha una prospettiva particolarmente promettente per la regione - commenta la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - Per officinale si intende una pianta utilizzata a scopo medicinale, aromatico o da profumo ma nella categoria rientrano anche alcune specie di alghe, di funghi macroscopici e di licheni, se destinati al medesimo uso. Essere dotati di un elenco ci permette di salvaguardare e tutelare le risorse erboristico-floristiche autoctone e/o endemiche per tutte le forme con cui le piante si rinvengono sul territorio, una risorsa di grande interesse agronomico, vivaistico e nutraceutico. Inoltre, possiamo conservare un patrimonio culturale comprensivo di storia, usi, tradizioni che costituiscono un insieme di risorse potenzialmente utilizzabili per molti scopi dall’alimentazione, alla medicina, alla cosmetica fino ai manufatti, in grado di sostenere numerose attività di imprese ed aziende nei settori industriali, cosmetico-farmaceutici, manifatturieri e agroalimentari”