Lavoro

Caporalato, in Toscana 27 aree critiche

Lo sfruttamento del lavoro in agricoltura si concretizza tra finte cooperative, partite Iva, reti interprovinciali fino a paraschiavismo. La mappa

Sono 27 le aree toscane critiche per quanto riguarda la presenza di caporalato e sfruttamento del lavoro agricolo, concentrate principalmente fra le province di Livorno, Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze. La mappa è stata tracciata oggi in un convegno della Flai Cgil svoltosi nella tenuta di Suvignano sottratta alla mafia.

Lo sfruttamento, che talvolta si traduce in situazioni di paraschiavismo, tesse la sua rete tra finte cooperative, caporali a partita Iva, reti interprovinciali, lavoro irregolare

I dati toscani sono stati elaborati a cura di Matteo Bellegoni dell'osservatorio Placido Rizzotto che ha curato l'ultimo rapporto Agromafie e caporalato.

La mappa

Particolarmente esposte risultano le campagne della provincia di Livorno e della Maremma, della Valdichiana, del Valdarno ma non solo. Fra le 27 aree toscane di sofferenza sono individuate: 

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L'analisi dei dati

Nell'evento a Suvereto dal titolo “Agricoltura toscana: come combattere il caporalato, il lavoro nero e lo sfruttamento” sono stati molti gli interventi portati alla tavola rotonda a cui fra gli altri hanno preso parte il segretario generale di Cgil Toscana Rossano Rossi e il segretario generale Flai Cgil Toscana Mirco Borselli.

“Il fenomeno dello sfruttamento del lavoro e del lavoro nero in agricoltura è purtroppo anche qui da noi in Toscana, e riguarda in maggioranza i lavoratori stranieri, ma anche italiani", ha osservato Rossi che spinge sulla necessità di filiere etiche e di responsabilità.

"Come Cgil partecipiamo al progetto Soleil della Regione, che mira a incentivare le denunce dei lavoratori sfruttati garantendo loro un accompagnamento che mira all’integrazione con la messa a disposizione di alloggio, nuove opportunità lavorative, servizi burocratici", ha ricordato.

Per parte sua Borselli ha sottolineato come l'agricoltura toscana si articoli in molteplici peculiarità territoriali, motivo che induce l'organizzazione sindacale a chiedere l’istituzione delle sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità che rappresentano uno strumento fondamentale al reale contrasto al lavoro nero, allo sfruttamento e ai drammatici fenomeni di caporalato nonché un importante mezzo di prevenzione".