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Attualità martedì 16 agosto 2016 ore 10:42
A rischio estinzione la mela rotella
A lanciare l'allarme la coldiretti di Massa Carrara che ricorda i pericoli derivati dall'eccessivo numero di ungulati in circolazione
FOSDINOVO — Anche la mela rotella di Paghezzana, l’uva pollera e la farina di castagne Dop sono a rischio…estinzione. Non ci sono solo la Pontremolese e la pecora zerasca in grave pericolo. Ma questa volta la colpa non è dell’uomo o della legge del mercato della domanda-offerta, ma bensì di cinghiali, daini, caprioli, storni e lupi.
Sono loro, sempre più numerosi, il primo pericolo per queste particolari e piccole varietà autoctone che si trovano solo in Lunigiana. Devastano i raccolti, si cibano delle castagne prima ancora che possano venire raccolte e distruggono i frutteti e vigneti. La mela rotella prodotta principalmente a Fosdinovo, l’uva pollera, caratteristica della Lunigiana e della vicina Liguria, e la farina sono state inserite nella lista delle produzioni tipiche legate alla secolare tradizione contadine più in pericolo a fianco di varietà di mais, come il formenton otto file ed il farro monococco.
L’invasione degli ungulati ha già provocato 100 milioni di euro di danni negli ultimi cinque anni in Toscana tra danni alle coltivazioni, ai terreni e alle strutture. Il 70% sono prodotti dai cinghiali. Sono i dati forniti da Coldiretti Massa Carrara in seguito alla protesta in Piazza Duomo, a Firenze, dove 5mila agricoltori si sono ritrovati per chiedere di risolvere una volta per tutte il problema della presenza fuori controllo di ungulati e predatori. Per Coldiretti non è quindi più solo una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne ma anche nelle aree periferiche delle città. Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da cinghiali, ma anche nutrie, corvi ed altri animali selvatici gli agricoltori della Coldiretti chiedono di eliminare la presenza degli animali selvatici dalle aree in cui si svolgono le attività di coltivazione e di allevamento. Coldiretti chiede anche l’istituzione di una commissione scientifica che, partendo da un attento studio della situazione toscana, possa individuare le possibili strategie e azioni di intervento. La risposta della Regione Toscana, alla fine della giornata, non si è fatta attendere. E’ stato l’assessore regionale all’agricoltura, Marco Remaschi ad assicurare il popolo di Coldiretti: “Le loro esigenze sono in linea con il lavoro della Regione Toscana e con quanto contenuto nella legge obiettivo 10/2016, che ha come fine lo sviluppo dell'agricoltura toscana, la tutela delle nostre produzioni tipiche e del nostro bellissimo territorio, anche attraverso la sburocratizzazione e la semplificazione delle norme che riguardano gli interventi di controllo faunistico".
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