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Attualità venerdì 04 giugno 2021 ore 17:56

Una nuova dimora per il partigiano Mirko

La nuova posizione della statua
La nuova posizione della statua

È stata inaugurata nel nuovo sito, alla presenza delle massime autorità, la statua del partigiano Gianello, detto Mirko, medaglia al merito civile



AULLA — Una nuova dimora per il partigiano Mirko: è stata inaugurata nel nuovo sito, alla presenza delle massime autorità, la statua del partigiano Luciano Gianello, detto appunto Mirko, prima collocata vicino al campo Quartieri e adesso in piazza della Vittoria. Mercoledì 2 Giugno, nel 75° anniversario della Festa della Repubblica, Aulla ha celebrato l’inaugurazione della nuova collocazione del monumento al partigiano morto durante lo sminamento ed insignito della medaglia d’argento al merito civile. 

L’evento, organizzato dal Comune di Aulla e dall’Anpi intercomunale di Licciana Nardi, Aulla, Comano e Podenzana, in collaborazione con la sezione Animg di Aulla ha svelato il monumento marmoreo al partigiano ricollocato dalla sua precedente sede, presso la Pubblica Assistenza Croce Bianca nelle vicinanze del campo sportivo Quartieri. 

L'orazione conclusiva della cerimonia - a cui hanno preso parte la delegata alla cultura e alla memoria del Comune di Aulla Marina Pratici, il sindaco Roberto Valettini, il consigliere regionale Giacomo Bugliani il presidente dell’Anpi Luigi Leonardi accompagnato dal partigiano Remo Conti, classe 1926, che ha portato la propria testimonianza con autentica commozione - è stata tenuta dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. La scaletta degli interventi ha incluso anche i saluti del comandante della guardia di finanza di Aulla, del comandante dei carabinieri di Aulla e del vicecomandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Massa.

Una storia intensa, quella di Luciano Gianello, detto Mirko. All’età di 18 anni, subito dopo l’8 Settembre 1943, entra nella I^ Brigata Beretta della Divisione Cisa. Successivamente farà parte del Battaglione Picelli/Matteotti, prima al comando di Fermo Ognibene Alberto e poi, alla sua morte, di Dante Castellucci Facio. Con Facio e altri 8 uomini sarà protagonista di quell’epico scontro con i nazisti tedeschi e i fascisti italiani, ricordato come la battaglia del Lago Santo, durante il quale i nove partigiani resistettero e respinsero un’ottantina di soldati nemici il 18 marzo 1944. 

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ventenne, sarà tra i protagonisti della ricostruzione, iniziando proprio dalla prima attività necessaria del dopoguerra: lo sminamento. Fu ad Aulla, nel greto del torrente Taverone, che la sua ultima mina esplose, rubandogli la vita. Era il 22 Novembre 1945. Per questo si può dire che fu uomo della ricostruzione.


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