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Attualità mercoledì 27 luglio 2016 ore 13:57

Canto del Maggio di Montereggio a Villa Minozzo

Il Canto del Maggio di Montereggio ospite della Compagnia Maggistica Monte Cusna di Asta nell’ambito della 23° Rassegna Nazionale del Teatro Popolare



MONTEREGGIO — Domenica prossima, 31 luglio sarà una giornata particolare, in quanto si tratterrà del primo gemellaggio tra le due espressioni del maggio, quello drammatico e quello lirico, ovvero l’incontro tra genti che hanno forte radici e che sono aperti alle diversità culturali.

Da un lato avremo la Compagnia Maggistica del Monte Cusna di Asta con il loro Maggio drammatico che, ancora prima di essere una forma di tradizione popolare, è una forma d’arte che sintetizza secoli di tradizione; esso non rappresenta solamente un rito o un cerimoniale ma uno spettacolo vero e proprio. Dall’altro, il Canto del Maggio di Montereggio, espressione del Maggio lirico, in cui i cantori andando di famiglia in famiglia, si esibiscono con brevi stornelli legati alla all'avvento della buona stagione e ricevono in cambio “delle uova o del prosciutto”, generi alimentari legati alla cultura agreste. Una tradizione di quando, questo rituale, era un’occasione non solo di festa ma un modo per fare fronte alle difficolta della vita, alla scarsezza di cibo nella quotidianità. Per la prima volta in assoluto, accanto ai vecchi maggianti e al maestro Mirco Fruzzetti, storico fisarmonicista del gruppo, ci saranno tre delle sette giovani ragazze: Alessia, Giulia e Nausica che hanno partecipato al corso di fisarmonica, promosso dalla Proloco e dalla Associazione le Maestà di Montereggio con le scuole del territorio del Comune di Mulazzo, nell’ambito del progetto “Bruno Prato. Fermo il Canto Fermo il Suono”.

Entrambi i “maggi” s’inseriscono in quella tradizione, tipica di molte culture occidentali, riferite alle feste, ai riti primaverili della bella stagione, al risveglio della natura e all’idea della fecondità. Due tipologie diverse di Maggio che attraverso l’interpretazione e il canto trasferiscono sullo spettatore un messaggio di tradizione che lo rende protagonista, stimolando la sua immaginazione e facendo si che maggianti e spettatori si fondino in un unico contesto. In questa società “virtuale”, dove l’uomo è sempre più un isola, una giornata come questa dà a tutti i partecipanti la possibilità di confrontarsi, di socializzare e di stare insieme.


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