Barcelona
di Marco Celati - mercoledì 04 novembre 2015 ore 06:00
La sera la città si muove: è una bella città dove la gente parla una lingua musicale e un architetto ha dato a fede e fantasia struttura e forme. Nella città c'è un quartiere: è un quartiere gotico, così si chiama. È un quartiere antico, di vecchi palazzi e strade strette, sembra avvolto nella sua storia e nel suo mistero. Passato il quartiere si arriva ad una strada affollata e ci sono un ragazzo e una ragazza che camminano lungo questa strada. La strada è larga, piena di gente e porta verso il mare. Il mare è più lontano, ma camminando, camminando ci si arriva.
Il ragazzo e la ragazza camminano a fianco, a volte si tengono per mano, ad un tratto si fermano, si baciano e riprendono a camminare. Continuano così per un bel po' di tempo, sono giovani e non sentono stanchezza. Arrivano in prossimità del mare e la strada diagonale che li ha condotti fino lì si immette in una piazza. In questa piazza c'è un monumento: una colonna altissima e, sopra di essa, la statua di un navigatore, scopritore di mondi, che indica il mare.
I ragazzi percorrono la piazza e incrociano un viale, è il viale del mare: scorre dal porto lungo il mare, lungo i bagni, le spiagge libere ed oltre. I ragazzi prendono il viale del mare e camminano ancora. Arrivano ad uno slargo, ci sono due palme e c'è una panchina: è libera. I ragazzi si siedono e stanno lì, a volte si abbracciano, a volte parlano oppure restano in silenzio. Sono di fronte al mare e fanno passare il tempo, fanno venire notte. Stanno lì e aspettano che la vita accada.
Barcellona, 21 ottobre 2015
Marco Celati