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venerdì 24 ottobre 2025

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​L’importanza dell’educazione affettiva e sessuale

di Federica Giusti - venerdì 24 ottobre 2025 ore 07:00

In questi giorni si fa un gran parlare di educazione affettiva e sessuale alle suole medie e sembra che cia sia la volontà del Governo di non renderla possibile. Anche il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi nella figura della Presidente Gulino ha scritto una lettera indirizzata al Ministro Valditara e alla Presidenza del Consiglio per suggerire una revisione di tale decisione.

Ma perché noi psicologi riteniamo che l’educazione affettiva e sessuale sia così importante soprattutto alla scuola media?

L’educazione affettiva e sessuale alle medie non è solo prevenzione, ma un modo per aiutare i ragazzi a diventare adulti più consapevoli, empatici e rispettosi. Parlare di emozioni, corpo e relazioni in modo aperto e diretto significa, infatti, insegnare a prendersi cura di sé e degli altri, una competenza fondamentale per tutta la vita.

L’adolescenza, lo sappiamo, è il periodo di grandi cambiamenti per antonomasia: cambiamenti fisici, cambiamenti emotivi che rendono le emozioni più intense e cambiamenti “introspettivi”, che aumentano il bisogno di capire sé stessi e gli altri. E in questa fase l’educazione affettiva e sessuale assume un ruolo fondamentale, perché permette di parlare di sesso, ma anche e soprattutto perché può aiutare i ragazzi e le ragazze a costruire relazioni sane, consapevoli e rispettose.

È necessario andare oltre ai tabù e non fermarsi a vedere l’educazione sessuale come una “semplice” lezione di anatomia o prevenzione. In realtà significa educare ai sentimenti, al rispetto reciproco e alla conoscenza del proprio corpo.

È proprio in questa fascia d’età, infatti, che gli adolescenti iniziano a sperimentare attrazioni, amicizie intense, innamoramenti e curiosità legate alla sessualità. Offrire loro uno spazio sicuro per parlarne riduce l’imbarazzo e i numerosi rischi legati alla disinformazione. L’alternativa è che la loro fonte di informazione sia delegata completamente a qualcosa di non controllato da adulti di riferimento, ossia il web da una parte e i social dall’altra, rimandando un’idea di affettività, sessualità e relazione che potrebbe basarsi sulla dominazione, sulla mancanza di rispetto, sulla manipolazione.

Durante la scuola media i ragazzi attraversano la pubertà, fase in cui emergono molte domande e insicurezze. L’educazione affettiva e sessuale permette di promuovere la conoscenza del corpo e dei cambiamenti che avvengono in modo naturale, sviluppare il rispetto per sé e per gli altri, superando stereotipi e pregiudizi, prevenire comportamenti a rischio, come l’uso scorretto dei social o la diffusione non consensuale di immagini intime, insegnare il consenso e l’empatia, fornire strumenti per gestire emozioni intense, come gelosia, rabbia o delusione.

Avere informazioni chiare e corrette non “invita” i ragazzi verso comportamenti precoci, ma, al contrario, li aiuta a fare scelte più responsabili. Chi come me è cresciuto negli anni ‘80-’90 ricorderà la campagna di informazione e prevenzione dell’Aids con la sua nota frase “Chi la conosce la evita”. Conoscere non significa invitare a fare e sperimentare, ma permette di comprendere le conseguenze di determinate azioni. Quando un adolescente si sente libero di parlare con adulti di riferimento preparati e non giudicanti, sviluppa un’immagine più positiva di sé e del proprio corpo, riducendo vergogna e senso di colpa.

La scuola può diventare un luogo di educazione affettiva condivisa, in collaborazione con famiglie e professionisti. Gli insegnanti e gli psicologi possono creare momenti di confronto e i genitori, da parte loro, possono essere disponibili ad ascoltare senza giudizio e rispondere con sincerità, rafforzando il legame di fiducia.

Ecco perché ritengo che sia davvero indispensabile educare proprio gli adolescenti, proprio prima che si apra per loro la vita affettiva e relazionale. Una vera prevenzione passa dal cercare di evitare il verificarsi di un problema, dopo potrebbe essere troppo tardi, e la cronaca nera ce lo ricorda troppo spesso.

Federica Giusti

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