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martedì 19 marzo 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

Giochi pericolosi

di Federica Giusti - venerdì 04 dicembre 2020 ore 07:30

In questi ultimi anni stiamo assistendo all’esplosione dei giochi online per ragazzi. Alcuni sono piacevoli, altri più violenti, altri ancora letteralmente pericolosi.

Spesso, durante il mio lavoro, i genitori mi chiedono quante ore i figli dovrebbero o meno passare davanti alla Play o al Nintendo o ancora al pc. Beh, non c’è un orario standard di riferimento, anche se numerosi studi affermano che trascorrere troppo tempo di fronte ad uno schermo non è assolutamente positivo. Possono esserci danni fisici, da quelli posturali, all’inattività che potrebbe rallentare il metabolismo, e, quindi, aumentare il rischio di obesità, per non parlare degli eventuali danni alla vista.

Ma adesso siamo in una situazione particolare. Con la pandemia non è possibile vivere la quotidianità delle relazioni, non è possibile, per i nostri figli, stare insieme ai pari, se non nel mondo virtuale. Molti di loro stanno già seguendo un’attività scolastica online, con la didattica a distanza o integrata che sia. E hanno bisogno, sentono forte la necessità di contattare gli amici e condividere con loro uno spazio almeno virtuale.

Alcuni di loro, magari, avevano già virato verso il mondo virtuale prima ancora del Covid. Ma, se allora era possibile peri genitori mettere paletti più rigidi, adesso è più complesso. Quasi tutti i nostri smartphone ci indicano il tempo che trascorriamo connessi e il “luogo” dove passiamo la maggior parte del nostro tempo, e anche noi adulti, spesse volte, abbiamo, negli ultimi mesi, implementato in maniera importante l’utilizzo dei social come mezzo per “restare connessi”.

Non voglio, in questa sede, addentrarmi nel campo di cosa sia o meno opportuno fare con i figli e i giochi online. Voglio piuttosto addentrarmi un po' di più in un tema che mi spaventa come cittadino, come zia ancora prima che come professionista: i giochi “pericolosi” che invitano i ragazzi a mettere in atto comportamenti pericolosi ed autolesivi, inneggiando l’idea della morte e del suicidio come un atto di coraggio.

I nostri figli sono trascorrono spesso molte ore a casa da soli, non sempre è possibile controllare cosa facciano con i loro telefoni. Ma dobbiamo, insieme, riuscire a gestire questa onda devastante dalla quale tutti, nessuno escluso, potremmo essere travolti.

Come? Sarà banale ma è necessario parlare con i nostri figli, ascoltarli, cercare di intercettare cambiamenti di umore o segnali fisici di malessere. Soprattutto gli adolescenti spesso sembrano degli alieni agli occhi dei genitori e so che diventa difficile poter captare solo quegli elementi davvero preoccupanti e saperli differenziare da ciò che è naturale per un ragazzo di oggi.

Nel caso in cui si noti una flessione del tono dell’umore importante e costante, una maggiore irritabilità, una forte chiusura in sé stessi, accompagnata da sintomi fisici (mal di testa, mal di pancia, variazioni del ritmo sonno-veglia, cambiamenti delle abitudini alimentari…) e/o da comportamenti autolesivi (tagliarsi, procurarsi ferite…) è necessario monitorare la situazione e non minimizzare. Nel caso lo riteniate opportuno, può essere utile rivolgersi ad un professionista in grado di ascoltare voi e vostro figlio e comprendere se è o meno il caso di farsi aiutare. Non sempre la situazione è critica, ma talvolta sì, ed è proprio il caso di dirla alla toscanaccia: “Meglio ave’ paura che toccanne!”

Federica Giusti

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