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martedì 19 marzo 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Quando a raccontarsi è lo psicologo

di Federica Giusti - venerdì 08 luglio 2022 ore 07:30

Sono passati due anni dall’inizio di questo percorso attorno a Psico_Cose Il Blog e nel corso dei vari articoli ho cercato di parlare della psicologia e...di me!

Perchè? Perché credo fortemente che noi terapeuti non abbiamo a disposizione moti altri strumenti se non noi stessi, i nostri vissuti, le nostre passioni...ovviamente trascuro le competenze, perché quelle dovrebbero essere il punto zero dal quale iniziare. Senza una giusta formazione e senza una consapevolezza anche teorica di cosa andiamo a fare, sarebbe meglio astenersi da qualsiasi professione d’aiuto, compresa la psicoterapia.

Ma anche noi terapeuti siamo persone alle quali accadono cose ed è normale che alcune di queste passino nella stanza di terapia. L’obiettivo che deve essere sempre tenuto presente nella mente dello specialista sarà utilizzare sé stesso sempre e solo con un fine terapeutico e mai come mero spazio per assecondare il bisogno di parlare di sé.

Il detto siamo ciò che mangiamo vale anche per noi. Freud non sarebbe stato lo stesso fosse stato figlio dei Ferragnez dei tempi moderni anziché un austriaco ebreo di buona famiglia nato a fine ottocento e perseguitato dalle leggi razziali!

Quando racconto della mia passione per gli animali, per il mare, la lettura e le serie tv parlo di me ma do anche la possibilità agli altri di conoscermi un po' prima di scegliermi nel mare magnum degli psicoterapeuti. Qualche settimana fa una signora che seguo online mi ha detto: “Dottoressa ho letto il suo profilo e benchè odi il mare e non abbia mai avuto animali, ho scelto lei perché si era descritta e non aveva fatto solo l’elenco dei suoi titoli!”.

E può capitare anche in terapia di usare noi stessi, le nostre esperienze, per entrare in empatia o coadiuvare il cambiamento nel prossimo. Come a dire, capisco benissimo, l’ho provato sulla mia pelle.

Farci vedere come esseri umani fallaci ci fa sembrare più reali, meno artefatti. E può essere utile all’altro per aprirsi e scoprirsi maggiormente, allentando le proprie difese. Voi vi fidereste di qualcuno che sembra perfetto, senza macchia, senza dolori, che sa sempre come affrontare ogni piccola insidia gli si pari davanti? Beh, io onestamente no! Sicuramente è una mia caratteristica ma il disvelamento (termine tecnico del gergo psi per definire questo tipo di situazione) è anche una vera e propria tecnica terapeutica.

Narrare episodi simili a quelli riferiti dal paziente o esplicitare la nostra reazione controtransferale (come ci sentiamo in base a ciò che ci viene raccontato) può davvero essere utile per analizzare e consolidare la relazione terapeutica.

In realtà il terapeuta non potrà mai essere completamente libero da auto-rivelazioni. Il suo atteggiamento, la sua postura, il suo abbigliamento ma anche la stessa modalità di arredare lo studio saranno modi non di rivelare sé stesso al paziente, proprio come narrare un episodio della propria vita.

Io personalmente credo che possa essere utile avvicinarsi emotivamente al paziente anche attraverso il nostro vissuto e la nostra esperienza, senza, ovviamente, andare oltre al fine terapeutico, facendosi guidare sempre dall’idea che se fai qualcosa in terapia deve avere senso, altrimenti meglio evitare!

Federica Giusti

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