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venerdì 04 ottobre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

​Domande & risposte

di Libero Venturi - domenica 03 marzo 2019 ore 09:34

Sto guardando la TV. Parlano dei migranti. Non riesco a stare da nessuna parte: la chiusura dei centri, la gestione delle cooperative, l'apertura come la chiusura dei porti, tutto mi sembra un problema insolubile, se non con un cambiamento del sistema economico dell'intero pianeta. Cioè con lo sviluppo dell'economia dei paesi più poveri. Ma anche con un cambiamento degli attuali modelli di sviluppo, India e Cina comprese, che stanno contribuendo all'inquinamento dell'ambiente in modo catastrofico per tutti. Ma tali cambiamenti mi sembrano lunghissimi e non voluti quasi da nessuno. Nel mio piccolissimo penso che è il sistema economico del capitalismo, più o meno selvaggio, a non funzionare, se non per i pochissimi ricchi di cui il Tg ci dà carinamente notizia. Non lo so davvero. Mi fa paura quello che vedo, perché, comunque sia, ci sono migranti, poveri, persone che soffrono, che, qualunque cosa facciamo, continueranno a soffrire. E pure noi cittadini comuni, soffriamo per loro. Per solidarietà o perché ne abbiamo paura. Ma chi l'avrebbe detto che saremmo finiti così?

Grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole: per la rivoluzione, sottinteso, avrebbe detto il compagno Mao. Ma non è così. La situazione è piuttosto reazionaria e il fu compagno Mao lasciamolo perdere, che nuota nel Fiume Giallo. L’importante è non farsi “infrascare”, né “infiascare” il cervello, specie da chi comunica e da coloro che comunicano per televisione, che appaiono assai sensibili al fascino e alle convenienze del nuovo corso popolare e vandeano. Giornalisti e telecronisti in quota ai populisti e ai sovranisti che il popolo ha eletto ed eleggerà: il nuovo potere con cui, comunque, devono fare i conti. Ci sarebbe, ci sarà spero, anche un popolo che resiste. Un mentecatto post fascista come Di Battista, un tempo non sarebbe assurto agli onori della cronaca, né un buffone come Grillo. Di Conte o Di Maio inutile parlare. Abili ducetti come Salvini, invece, se n’è visti altri nel corso della storia. Meglio la stampa, certa stampa, almeno, più indipendente. La Repubblica è ancora consigliabile. Altro non so. Libri, certi libri. “Pensare oltre i confini, un’etica della migrazione” di Julian Nida-Rümelin, ad esempio. Ma io non leggo saggi, solo romanzi gialli o noir. E scrivo. Cazzate, per lo più. Con questa premessa dico quello che posso e che penso sull’immigrazione, sull’inquinamento e sul modello economico.

Sull’immigrazione. Intanto non è certo una novità per questo mondo. L’umanità è nata grazie alle migrazioni. Noi italiani siamo cresciuti per effetto di migrazioni e siamo stati migranti. Migrazioni ci sono state in quella parte del mondo retto da un’economia di mercato, chiaramente ingiusta, capitalista e cosiddetta libera. E ce ne sono state anche in quella parte del mondo ad economia di stato, altrettanto ingiusta: i paesi dell’area comunista e socialista. E se lì ce ne sono state meno è perché non erano paesi liberi. La novità, che non è nemmeno una novità pensando alla storia, è farci credere che ciò sia una minaccia. In Italia siamo 60 milioni e i migranti, tutti quanti, sono circa 6 milioni: 5 milioni di residenti e, stimati, 1 milione di clandestini. Il 10% della popolazione. Siamo un paese a tasso di crescita zero e ci sono paesi vicini a noi ad alta crescita demografica e molto, ma molto più poveri. Oltretutto la loro povertà dipende in gran parte da noi: Occidente, Europa, ma anche Russia e Cina. E in parte dipende anche da loro stessi. Per questo ci sono le migrazioni. E non bastano muri e mari. Dire che non li aiuteremo perché siamo contro i negrieri è come dire che non cureremo i tossicodipendenti perché siamo contro gli spacciatori. Bisogna essere cinici e ciechi per pensarlo e stronzi per dirlo. Io sono per i migranti e contro le migrazioni. I migranti vanno sempre e comunque salvati, concedendo loro accoglienza di porti e solidarietà di fratelli. Loro, più prolifici, ci aiuteranno forse a pagare le pensioni dei nostri nipoti, visto che noi, poco prolifici, vogliamo andarci sempre prima in pensione e campare di più, mangiando l’uovo in culo alla gallina e mettendolo in quel posto proprio ai giovani che, erroneamente, pensiamo di aiutare in questo modo. Le migrazioni vanno contrastate creando sviluppo nei paesi di provenienza che rappresenta un bisogno per quelle popolazioni, anche se spesso non per i loro governi. E sarebbe un bisogno anche per noi, per le nostre aziende ed economie decotte che richiedono nuovi mercati. La squallida vicenda del contrasto del nostro governo con la Francia rappresenta la saldatura tra il populismo e il sovranismo. Che avrà gioco alle elezioni europee. E i gilet gialli agitano problemi sociali veri, ma sono violentemente utilizzati anche a scopo strumentale dagli estremisti di destra e anche di sinistra. Poi questa teoria monetarista del colonialismo francese che passa attraverso la stampa del Franco africano mi sembra più propagandistica che altro. Tra l’altro noi italiani, quando parliamo di colonialismo, bisognerebbe avere più prudenza e pudore. Vergogna, anzi. Pensiamo alle miserevoli condizioni in cui abbiamo lasciato le nostre ex colonie dell’Africa Orientale Italiana, ai gas mostarda della guerra d’Etiopia, al massacro dimenticato di Debra Libanos del regime fascista.

L’inquinamento. Va combattuto per difendere l’esistenza stessa di questo Pianeta. Non dipende solo da un sistema o da un altro. Dipende dall’inciviltà e dall’arretratezza, come da un malinteso senso di sviluppo. Così l’Europa e l’America hanno le loro responsabilità come l’India, l’Africa, la Russia o la Cina. Non parteggio per la decrescita felice, ma per il progresso della scienza e della società. Penso che vada affermata l’economia circolare e non quella lineare dei prodotti usa e getta e dell’obsolescenza programmata dei manufatti. Un’economia sostenibile e rinnovabile.

Il modello economico. Sono per l’economia di mercato, per il libero scambio delle idee, delle comunicazione, degli uomini e delle merci. Ma non sono per il capitalismo e il liberismo perché con essi ci sono pochi ricchi sempre più ricchi e molti poveri sempre più poveri. E siccome il mondo è globale e non si può impedire, anzi, si deve favorire la crescita e il progresso dei paesi più poveri, la ricchezza del mondo ha bisogno di essere diversamente distribuita. Perché la ricchezza del mondo è data. Può crescere solo compatibilmente e se il progresso scientifico e tecnologico lo consentono. La crisi è proprio questa: le richieste dei paesi emergenti vengono soddisfatte, non con una distribuzione equa e con un prelievo progressivo tra diversi paesi e strati sociali, ma sopratutto a danno dei paesi ad economia debole e dei ceti meno abbienti la cui crescita si arresta. E a scapito dei ceti medi che si impoveriscono e s’incazzano. I ricchi non vengono toccati da nessuna patrimoniale e le loro ricchezze finanziarie crescono velocemente e turbinosamente. Il populismo e il sovranismo sono la risposta all’incapacità del mondo di darsi nuove regole di governo dopo la guerra fredda e la caduta dei blocchi contrapposti. La promessa della democrazia, capace di assicurare benessere e sicurezza sociale, non si è avverata e tutti si scagliano contro di essa o la mettono in discussione, specie nella sua forma rappresentativa e delegata. Che invece, non è l’unica, ma è insostituibile. La cosiddetta democrazia diretta o per via informatica te la raccomando... Sono per il socialismo, per la giustizia sociale e l’uguaglianza, in un sistema libero e democratico, ma non per un’economia di stato, dopo un secolo di insuccessi di tale sistema. Credo nell’integrazione tra pubblico e privato e in una terza via per il nuovo millennio.

Le domande e i dubbi sono più leggeri e hanno più fascino delle risposte. Le risposte spesso sono troppo asseverative, pesanti. Comunque si possono cambiare i nomi delle idee e delle cose, se non vanno più di moda, ma restano i concetti e quelli vanno rinnovati. Ovviamente sono punti di vista. E ogni punto di vista è sempre e solo la vista “di” un punto o “da” un punto. Al di là dello schematismo dell’esposizione, il mio pensiero non è assoluto. Odio l’assolutismo, mi fa venire i brividi, mi piacciono i “se” e i “ma”, in genere. Diceva Norberto Bobbio: “Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare. E poiché sono in vena di confessioni, ne faccio ancora una, forse superflua: detesto i fanatici con tutta l'anima”. Così il mio pensiero, per quel che può valere, è relativo, ma non debole. Debole sono io. Cerco solo di armeggiare ad una bussola per mantenere una rotta apprezzabile o decente che guardi al futuro. Magari non ad un futuro qualsiasi. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 3 Marzo 2019 

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi